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lunedì 2 marzo 2015

Operazione Tulipano: cade un altro pezzo del sistema-Roma

 
L'operazione anticamorra scattata il 9 febbraio scorso a Roma, che ha portato a 61 arresti, è l'ennesimo pezzo del sistema di potere di Mafia Capitale che viene intaccato. Fra le ordinanze di custodia, spicca il nome di Domenico Pagnozzi, meglio noto come "Mimi 'o professore", già al 41 bis per omicidio e associazione mafiosa. Si tratta di un pezzo grosso della camorra, di quel clan Pagnozzi che controlla la provincia di Benevento, uscito fra i vincitori della guerra fra la Nuova Famiglia di Alfieri e la NCO di Cutolo,e che dagli anni Novanta si è trapiantato a Roma, portandosi dietro l'alleanza, cementata durante la guerra di camorra stessa, con la cosca di Michele Senese "'o pazz". Impostosi con la violenza sull'area sud-est di Roma, a ridosso del territorio dei Casamonica, dopo aver prima collaborato, e poi eliminato Giuseppe Carlino, "Pinocchietto", capo della banda della Marranella (uno spin-off indigeno, oramai del tutto scomparso dopo la morte di Carlino e di Sbarra, e l'arresto di Sibio, della vecchia banda della Magliana) collaborava con Senese e, tramite questi, con Carminati, nella spartizione della città. aveva di fatto realizzato una organizzazione camorristica nel Tuscolano, uno spin off della cosca sannita di Mimì 'o professore, Camorra a Roma: clan Domenico Pagnozzi Napoletani del Tuscolano Operazione Tulipano
strutturata però secondo un modello tipico della malavita organizzata romana, cioè con una sufficiente dose di autonomia dei singoli aderenti, legati comunque dal vincolo associativo.
 
Mimì 'o professore
 
 
 
Con un ampio livello di alleanze operative con il gruppo di Carminati ed altre organizzazioni mafiose, calabresi e campane, operanti su Roma,  il gruppo era dedito, secondo i Carabinieri, ai seguenti reati: Camorra a Roma: clan Domenico Pagnozzi Napoletani del Tuscolano Operazione Tulipano
associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, usura, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, fittizia intestazione di beni, illecita concorrenza con violenza e minacce, illecita detenzione di armi, riciclaggio e altro, con l’aggravante delle modalità mafiose.
Camorra a Roma: clan Domenico Pagnozzi Napoletani del Tuscolano Operazione Tulipano
Borghesiana, Ponte di Nona, Tor Pignattara, il Pigneto, Centocelle, il Quarticciolo e naturalmente la zona della Tuscolana e di Cinecittà erano le zone elettive di spaccio di stupefacenti del gruppo, che evidentemente doeva aere anche accordi con i Casamonica, che operano più o meno in zone analoghe della capitale. 
Il sodalizio con il gruppo di Carminati, secondo gli inquirenti, li ha anche condotti a realizzare, per conto di quest'ultimo, operazioni di riciclaggio in bar, attività commerciali anche evolute (operanti nel settore dei new media), immobili di lusso, e non disdegnavano nemmeno l'attività più violenta e più da crimine da strada del recupero crediti.
Da questa storia si possono trarre due riflessioni: 
a) dal 41 bis,in un carcere del Nord, Pagnozzi continuava a gestire i suoi affari. Quindi sarebbe il caso di ripensare a questo regime carcerario poco umano ed anche inefficace;
b) la copertura politica che assisteva gli affari delle varie componenti di Mafia Capitale  è completamente saltata. Perchè? Perché, probabilmente, la priorità politica è quella di fare austerità sui bilanci del Comune, per cui occorre ridurre l'incidenza di chi, in termini criminali, ci mangiava sopra.

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