Dopo un lungo braccio di ferro
interno alla maggioranza, con Pd ed Italia Viva schierati dal lato della
regolarizzazione senza se e senza ma e il M5s contrario, alla fine, seppur con
un compromesso, è passata la linea dei primi, che possono, come giustamente
mostrano le lacrime di gioia della Bellanova, il Ministro che più si era speso,
considerarsi i vincitori della partita. Dentro il M5s tale sconfitta politica
potrebbe non essere indolore, inserendosi dentro una situazione confusa e senza
più leadership definita. Il reggente Crimi, già vulnerabile per la precarietà
del suo incarico, rischia di pagarne le conseguenze.
Ma cosa prevede il compromesso
raggiunto? Esso prevede due canali di regolarizzazione. Il primo è un’emersione
di rapporti di lavoro irregolari. I datori di lavoro potranno concludere “un
contratto di lavoro subordinato con cittadini stranieri presenti sul territorio
nazionale, in regola o senza permesso di soggiorno” ma senza alcuno scudo
penale o amministrativo per l’eventuale utilizzo in nero di manodopera in
precedenza. La procedura è rivolta solo ai cittadini stranieri sottoposti a
rilievi fotodattiloscopici (cioè all’acquisizione di impronte digitali e foto)
prima dell’8 marzo 2020 e che non hanno lasciato il territorio nazionale dall’8
marzo 2020. L’emersione è limitata ai rapporti di lavoro nei settori della
filiera agro-alimentare, assistenza alla persona e servizi domestici. Se per
cause non imputabili al lavoratore, il datore di lavoro non è più disponibile a
stipulare il contratto di lavoro, non è previsto il rilascio di un permesso per
ricerca lavoro. Si tratta di un canale che risulterà pressoché inattivo,
perché, come dimostrano le tante esperienze storiche dell’emersione dal nero, i
datori di lavoro tendono a non emergere nemmeno se vi sono provvedimenti di
tipo incentivante, perché strutturalmente non in grado di rimanere sul mercato
in condizioni legali. Figuriamoci se lo faranno in assenza di qualsiasi
incentivo, come in questo caso.
La seconda modalità, l’unica che
risulterà essere operativa, consente ai cittadini stranieri, con permesso di
soggiorno scaduto non prima del 31 ottobre 2019, di richiedere un permesso di
soggiorno temporaneo, valido solo nel territorio nazionale, della durata di sei
mesi dalla presentazione dell’istanza. Devono dimostrare di aver svolto
attività di lavoro antecedentemente al 31 ottobre 2019, sempre e solo nei
settori indicati dal provvedimento. L’istanza per il rilascio del permesso di
soggiorno deve essere presentata dal cittadino straniero al Questore, dal 1°
giugno al 15 luglio.
Stime alla mano, tale sanatoria
riguarderà una platea teorica massima di non più di 200.000 irregolari circa,
sui 500.000-600.000 stimati (con numeri, per lo scrivente, piuttosto sottodimensionati).
Da questi 200.000, occorrerà sottrarre chi non avrà un datore di lavoro
disposto a regolarizzarlo (anche in ragione dell’assenza di uno scudo penale o
amministrativo per il pregresso) e, al contempo, non avrà un permesso di
soggiorno scaduto da non più di 7 mesi o non sarà mai stato sottoposto a
rilievi dattiloscopici. E’ anche ragionevole prevedere che numerosi irregolari,
pur avendo i requisiti per la regolarizzazione, preferiranno evitare di
chiederla, per il semplice motivo che, una volta regolarizzati, potrebbe
risultare più difficile trovare un datore di lavoro disposto ad assumerli,
dovendo necessariamente essere assunti con contratto regolare, quindi con
livelli salariali più alti rispetto al nero e versamento obbligatorio dei contributi
sociali.
Il bello è che la quasi totalità
di tali lavoratori non fa parte del comparto agricolo, quindi non supporta la
giustificazione principale addotta dalla Bellanova per chiedere la sanatoria:
secondo Prandini, di Coldiretti, molto critica con la sanatoria, come le altre
associazioni di categoria agricole, gli irregolari che saranno sanati in agricoltura
saranno non più di 1.500-2.000 unità[1].
Il grosso dei residenti nelle baraccopoli del Sud, come quella di Rosarno,
lavora infatti in altri settori (principalmente l’edilizia e la filiera ristorativa
e dei pubblici esercizi, non coinvolte nella sanatoria) oppure, semplicemente,
non lavora e vive di espedienti.
Complessivamente, quindi, la sanatoria
non regolarizzerà più di 50.000-100.000 unità nella situazione più rosea, e non
avrà alcun effetto significativo sul problema della raccolta di frutta e
verdura nei campi, sia per i numeri del tutto insignificanti ricordati da
Coldiretti, sia perché, da un punto di vista burocratico, essa non partirà
prima di luglio, quando gran parte delle attività di raccolta saranno già state
espletate. Niente rispetto ai 2.800.000 irregolari sanati dal 1986 ad oggi (con
il picco di 647.000 sanatorie raggiunto, ironia della sorte, dal Governo Forza
Italia-An-Lega in occasione del varo della Bossi-Fini del 2002). Anche il
presunto effetto benefico sui conti previdenziali adotto dai partigiani della
regolarizzazione sarà molto modesto, e perlopiù discutibile (regolarizzandosi,
tali soggetti hanno il dovere di pagare i contributi sociali, ma se e soltanto
se troveranno lavoro nei prossimi mesi, ma avranno comunque diritto, lavorando
oppure no, ad accedere a benefici welfaristici cui non potevano o preferivano
non accedere da irregolari, quindi andranno a pesare anche sul versante della
spesa pubblica).
Da un punto di vista economico,
quindi, la regolarizzazione non ha alcun effetto positivo: non risolve il
problema della raccolta nei campi, non esercita effetti positivi apprezzabili
sui conti dell’Inps, pesa, viceversa, su conti e liste di attesa del sistema
sanitario. Non avrà effetti apprezzabili nemmeno sulla qualità della vita di
chi si regolarizzerà, perché se vorrà lavorare in settori ad ampia presenza di lavoro
sommerso, come agricoltura o servizi domestici, per essere competitivo agli
occhi dei datori di lavoro dovrà accettare di continuarlo a fare in nero. Ed
infatti Soumahoro, sindacalista di base dei braccianti extracomunitari, è estremamente
negativo su questo provvedimento, ed evidenzia che se non vi sarà un
riequilibrio nel potere di mercato fra agricoltura e Gdo (che ovviamente nessuno,
fra i renziani ed i piddini, vuole) non ci sarà alcun effetto prativo sulla
qualità del lavoro degli stranieri.
Anche la motivazione di tipo sanitario appare
del tutto stravagante. Secondo tale motivazione, regolarizzando i migranti, essi
saranno incentivati a recarsi nelle strutture sanitarie per farsi controllare
per il coronavirus, ma si tratta, perlopiù, di un auspicio, così come è soltanto
auspicabile che essi possano essere destinatari delle misure di sicurezza
sanitaria previste sul luogo di lavoro, posto che, normalmente, i datori di
lavoro che usano tali misure non impiegano irregolari, mentre chi impiega ex
irregolari sanati, in genere, non ha una grande propensione ad investire in
sicurezza del lavoro ed igiene delle operazioni produttive. E comunque, se si
volesse veramente provvedere in tal senso, sarebbe semplicissimo: basterebbe
risanare e riqualificare, dal punto di vista abitativo, sanitario ed igienico,
le bidonville in cui risiedono gli irregolari, che tutti sanno dove sono. E che
non verranno minimamente risanate, nemmeno con tale provvedimento.
Una sanatoria che è quindi
inutile rispetto ai motivi ufficialmente addotti, i cui veri motivi sono ideologici,
ma soprattutto legati alla volontà di creare una maggiore guerra fra poveri,
immettendo nel mercato del lavoro manodopera dequalificata, in modo da generare
pressioni al ribasso sui salari dei lavoratori italiani, dall’altro. Da chi ha scritto
ed approvato il Jobs Act che ha distrutto 60 anni di civiltà del lavoro e da
sindacati confederali che lo hanno avallato, non c’era da aspettarsi niente di
diverso. Tra l’altro, come tutte le sanatorie, anche quelle fiscali o edilizie,
esercita un effetto molto negativo in termini di azzardo morale: restituisce,
nei Paesi di origine di queste persone, l’immagine di una Italia pronta a
calarsi le brache di fronte all’immigrazione, anche clandestina. E ciò favorirà
nuove partenze, nuovi business per il sistema dell’accoglienza in mano a
cooperative orbitanti nel mondo cattolico ed in quello del Pd, nuovi incarichi pubblici
in presunti centri studi o comitati/consulte di migranti ed altre diavolerie
finanziate con soldi pubblici.
[1] https://www.ilsole24ore.com/art/agricoltori-raccolti-non-aspettano-tempi-burocratici-sanatorie-ADKHQLQ
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